Idranti antincendio: le tipologie
Gli idranti antincendio sono apparecchi utili a erogare l’acqua, da adoperare nel caso in cui si dovesse verificare un incendio e ci si trovasse costretti a spegnere le fiamme, per evitare che fuoco e fumo si propaghino con conseguenze disastrose.
Ne esistono tre differenti tipologie, illustrate e disciplinate dalla norma UNI 10779. Nell’approfondimento di oggi di Tera S.r.l siamo pronti a illustrare le caratteristiche.
Idranti sottosuolo
Gli idranti sottosuolo sono idranti antincendio interrati solitamente costituiti da:
- Un corpo ghisa, in cui esiste un pozzetto in cemento o chiusino sempre in ghisa e di forma ellittica, nel quale è presente la bocca d’uscita per il rifornimento della riserva di acqua;
- Uno scarico antigelo;
- Flangia di congiunzione, al fine di unire le manichette e la lancia di erogazione.
Rispetto agli idranti soprasuolo riescono a offrire una portata idrica inferiore, a causa delle loro dimensioni contenuti.
Idranti soprasuolo
Gli idranti soprasuolo, invece, sono le classiche colonne presenti nei parcheggi, a ridosso delle aree industriali, all’esterno delle strutture condominiali, resistenti agli eventi atmosferici e ai raggi ultravioletti.
Essi sono solitamente costituiti da:
- Un corpo in ghisa;
- Uno scarico antigelo;
- Un cappellotto, ossia un dispositivo dalla forma a pentagono;
- Una flangia di congiunzione.
Esistono idranti soprasuolo senza linea di rottura, collocati nella stragrande maggioranza dei casi in zone in cui si ritiene che il pericolo che l’idrante possa essere in qualche modo urtato, con conseguenti danni, è molto basso. Gli idranti soprasuolo, con una linea di rottura prestabilita, quando il rischio di danno è elevato. Basti pensare ad un idrante soprasuolo posizionato sul ciglio della strada.
Idranti a muro
Gli idranti a muro sono invece quelli posti in una cassetta murata o sporgente, con un rubinetto idrante, una lancia e tubazione flessibile e raccordabile, devono essere conformi alla norma UNI EN 671-2.
Ne esiste una seconda tipologia, ossia i cosiddetti naspi, che sono cassette con tubazioni semirigide, un avvolgitubo orientabile e tubazioni congiunte alla lancia e al rubinetto.
Di tutte le tipologie presentate, sono i più semplici da utilizzare, ma il loro getto di acqua è minore rispetto alle manichette. La normativa di riferimento in questo caso è la UNI EN 671-1.
Le attività per gli idranti soprasuolo e sottosuolo
Illustriamo parte delle attività necessarie per gli idranti soprasuolo e sottosuolo.
- Verifica delle condizioni di stato delle colonne idranti (assenza di segni di deterioramento, corrosione o perdite) controllando che siano regolarmente chiuse e con i tappi delle bocche idranti serrati.
- Verifica dell’integrità della dotazione.
Le attività per gli idranti a muro e naspi
Illustriamo parte delle attività necessarie per gli idranti a muro e naspi.
- Verifica dell’integrità della dotazione.
- Verifica delle non presenza di segni di deterioramento, corrosione o perdite.
- Verifica della corretta collocazione.
- Verifica della accessibilità senza ostacoli, visibilità, presenza e leggibilità delle istruzioni d’uso.
- Verifica del corretto avvolgimento della manichetta nel caso di idranti a muro.
- Verifica dello stato degli sportelli e lastre di protezione.
- Verifica della corretta chiusura e presenza del sigillo nel complesso.